Civetta. Versante Sud. Cantoni di Pelsa, Cresta Ovest, Cantoni della Busazza, Cresta Est. Ediz. tedesca

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52,46 €
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Versante Sud
Dell'Agnola Manrico, Ferrini E. (cur.), Rialdi S. (cur.)
Luoghi verticali
Libro in brossura
14 Luglio 2025
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La Civetta dal sud è una delle montagne più complesse che si possano trovare. Il massiccio principale figura in pianta come un immenso artiglio approssimativamente orientato con le tre dita anteriori verso mezzodì e il dito posteriore a settentrione. L'accesso meridionale è certamente il più comodo, le strutture sono più basse di quota, meno severe perché esposte a sud ma con pareti altissime, verticali e torri di calcare compatto e dall'aspetto inaccessibile. Le Dolomiti sono ricche di guglie e picchi, ma spesso i più famosi fra questi non sono che dei paracarri al cospetto dei settecento metri della Torre Trieste o dei millecento dello spigolo della Busazza. Salendo la Mussaia si ha l'impressione che fra le due grandi torri ci sia un dedalo di cime e guglie, quelli sono i Cantoni di Pelsa e della Busazza; in effetti la distinzione è più visiva che sostanziale in quanto i cantoni di Pelsa finiscono prima delle grandi moli della Cima di Terranova mentre quelli della Busazza si possono considerare sino all'inizio delle creste che portano poi a cingere verso nord il Van del Giazzer, ma visti di fronte sembrano un'unica struttura. Per me scalare sui "Cantoni" significa sole, accessi relativamente brevi, mente libera da problemi come di scese problematiche o cambiamenti climatici, arrampicata libera su roccia buona con protezioni quasi sempre naturali, vita sregolata fra l'una e l'altra salita. Tuttavia esistono anche qui vie molto difficili e spesso con fasce assai friabili, discese come quella della Trieste e pareti come la ovest della Busazza, vale a dire oltre mille metri, all'ombra per gran parte della giornata, fuga laterale impossibile, quota sommitale intorno ai 3000 metri. MANRICO DELL'AGNOLA Nato ad Agordo nel 1959, fin da piccolo manifesta la sua passione per la montagna e l'arrampicata anche se comincia a scalare a vent'anni. Il grande desiderio per questa attività in breve lo porta a notevoli risultati, sia in Italia che all'estero, e il bisogno di catturare quei momenti magici, lo avvicina al mondo della fotografia, infatti in seguito diventerà uno dei più quotati fotografi di montagna. Datano 1981 le sue prime salite solitarie, lo stesso anno sale El Capitan per la via del Nose e realizza parecchie altre prime italiane fra Yosemite e Colorado. Da allora ha collezionato migliaia di vie in tutto il mondo, ma il suo cuore è per le Dolomiti, che non smette di frequentare. Manrico ora vive a Mel dove svolge la sua attività di creativo, accademico del C.A.I., scrittore e fotografo... per lui scalare è ancora la cosa più importante.
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