Dentro/contro il diritto sovrano. Dallo Stato dei partiti ai movimenti della governance
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"Il governo sovrano sul terreno nazionale non funziona più da decenni: per ristabilire un'effettività si affida allora a procedure di governance. Ma anche questo è insufficiente - lo stesso governo locale esige ormai qualcosa che vada al di là di uno Stato territoriale, qualcosa che sostituisca l'esclusività sovrana che lo Stato-nazione possedeva altrimenti. E quindi le forme di sovranità e di normatività che si producono non rispondono più a criteri di esclusività e di gerarchia; piuttosto troviamo delle procedure di governance che si determinano di volta in volta. Con capacità di innovazione costituente? Può essere immaginata la governance come capacità di creare potenze costituenti? E questa la questione su cui ragionare. Di contro, l'istituzionalismo pensato dentro la sovranità non ha più senso; come del resto non hanno più senso tutte le alternative normativiste e gerarchico-piramidali, tanto nella produzione del diritto, quanto nell'organizzazione dei poteri e nella difesa delle istituzioni. Ciò detto, siamo tuttavia consapevoli che la governance diffusa rappresenta un orizzonte tanto più oscuro quanto meno la sovranità è capace di agire; ed essa è assai frammentata: permetterà questo di trovarsi di fronte ad una maggiore capacità di rivendicare autonomia, giustizia, libertà, o ad una più limitata espressione di queste?" (Antonio Negri nella conversazione con il curatore)
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