Pazzi di Dio. Croce, Heidegger, Schopenhauer, Nietzsche e altri (I)
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I pazzi di Dio sono i filosofi tutti, perché la loro ricerca ha sempre per oggetto Dio, che lo si affermi o lo si neghi, per cui i filosofi sono "pazzi del mondo" perché la loro ricerca, come la loro passione, comincia e finisce nel mondo, da cui essi originano, a cui appartengono in toto e che solo sta loro a cuore. Essi sono vita che vuole vita, mondo che vuole mondo: sono pazzi di se stessi perché nel mondo proiettano se stessi e in se stessi proiettano il mondo. In questo senso Dio è il sistema dell'uomo, nel senso che Dio è la proiezione geometrica necessaria della forma spirituale dell'uomo. Per cui il fatto che l'uomo sia uomo, postula automaticamente il sistema Dio. Questo postulato, all'uomo non è dato negarlo; se lo nega, o s'inganna, o imbroglia. Ne discende che cercare se stesso, il se stesso massimo, per l'uomo, significa automaticamente cercare Dio. Alla fine, pazzi di Dio, pazzi del mondo e pazzi di se stessi vuol dire la medesima cosa. "Si ripaga male un maestro" - dice Zarathustra - "se si resta sempre e solo l'allievo". Il progresso, in filosofia, è sempre stato basato su discepoli che imitano i maestri finché non sviluppano una propria originalità, che li porta a criticarli e nei casi migliori, a superarli. In questi saggi Sossio Giametta, pensatore trasversale, rileva il lavoro dei suoi maestri e lo continua, proponendo soluzioni originali, dando così un contributo alla soluzione di problemi secolari della filosofia.
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