Di un'altra luce
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13,42 €
Tasse incluse
Leggiamo in questo libro che "in fondo ci vuole poco per sentirsi dèi pur restando umani: uno sguardo un poco assorto gettato sulle cose che sempre sono, sulle persone che passano. E non occorre che sia alta la postazione, basta che non sia troppo basso o soggettivo il punto di vista ma veramente comprensivo". Raramente, in un mondo poetico dominato in egual modo dalla presunzione del sublime o dalla retorica minimalistica del poco che si fa nulla, abbiamo letto versi così parsimoniosi e ricchi di un'autentica sostanza umana. In fondo, di che altro è fatta la vita se non di cose "che sempre sono" e di "persone che passano"? E cos'altro dovremmo intendere, quando parliamo di umanità, se non uno sguardo "veramente comprensivo"? Con la poesia di Luigi Riceputi, pare di ritornare alle origini della nostra grande vicenda umanistica, a quel verso di Terenzio in cui per la prima volta qualcuno osava dichiarare che "humani nihil a me alienum puto", niente di ciò che è umano mi è estraneo. Tutto, alla luce di questo semplice messaggio morale, si trasfigura: ma con la grazia e il pudore di una lingua poetica spoglia di ogni detrito retorico, affidata a immagini aeree e vaganti, che molto devono al magistero poetico dell'ultimo Saba. Ed ecco la casa dell'infanzia, che riemerge dal sonno del tempo come una "scatola magica", o la memoria che, "come un ventilabro", spazza via "la pula / dell'aia dell'infanzia e il suo grano riluce come oro". Postfazione di Claudio Magris.
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