Dopo la democrazia. Tra populismo e tecnocrazia: un decennio vissuto pericolosamente
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Quando Giorgia Meloni è arrivata a Palazzo Chigi, la grande maggioranza di politici e intellettuali progressisti ne ha enfatizzato la provenienza post-fascista, in qualche caso prefigurando, perfino, una minaccia per la democrazia italiana. Eppure, con questa nomina a presidente del Consiglio, abbiamo ricominciato a rispettare i voleri degli elettori e le promesse dei candidati, cioè l'essenza stessa della democrazia rappresentativa. La vittoria e il governo della Destra si realizzano infatti al termine di dieci anni e oltre nei quali ogni idea di coerenza è stata disattesa, ogni giuramento di eterna amicizia o inimicizia è stato tradito nello spazio di un mattino. Questo libro racconta un'era politica decadente che ha allontanato gli eletti dagli elettori e, ulteriormente, i cittadini dalla politica. Troverete, tra le pagine, fatti, misfatti e protagonisti - consapevoli, ingenui o interessati - che, fuori e dentro il Palazzo, hanno costruito il lungo finale che avvolge le istituzioni italiane. Gli autori, impietosamente, rievocano le aspirazioni di classi dirigenti nate già morte e interpretano i continui e reciproci travasi di crisi che hanno legato informazione e partiti, lungo un decennio vissuto pericolosamente tra populismo e tecnocrazia. Due malattie che, a dispetto della contingenza, sembrano ormai scritte nel Dna del nostro Paese.
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