Borghese e il folle. Storia sociale della psichiatria (Il)
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La follia tra il XIV e il XVII secolo diventa un immondo pericolo per l'organizzazione sociale. Sempre più stigmatizzata nel tentativo di contenerla, si lega progressivamente all'idea di malattia e di malvagità. In tutta Europa vengono costituiti istituti nei quali far confluire tutti coloro che non trovano collocazione all'interno della società - mendicanti, disoccupati, delinquenti, individui politicamente sospetti, eretici, libertini, vengono resi inoffensivi e invisibili insieme a sifilitici e alcolisti, pazzi, nonché mogli odiate e figlie disonorate -, per difendere l'ordine costituito dalla "nonragione". In questo libro Dörner ricostruisce, attraverso la letteratura, la scienza e la filosofia, le tappe che portano la società borghese a elaborare sotto la spinta della rivoluzione industriale nuovi criteri di discriminazione tra "ragione" e "non-ragione", mostrando come quegli istituti siano una valvola di decompressione sociale, ruolo che sarà svolto, con l'affermazione dello stato borghese e con la crescita delle immense periferie dell'emarginazione nelle nascenti metropoli, dai manicomi.
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