Morte di un socialista. Da Pontedera a Marti l'assassinio di Alvaro Fantozzi
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Domenica 2 aprile 1922 Alvaro Fantozzi, assessore del Comune di Pontedera e segretario della Camera del Lavoro, percorre in calessino la strada da Casteldelbosco a Marti dove deve prendere la parola per un comizio. Socialista fervente, sindacalista instancabile, vuole riorganizzare la lega mista di quella frazione. Ma sono gli anni della violenza fascista e ci sono tre sconosciuti ad attenderlo, proprio sotto la villa di Varramista: fermano il barroccino e fanno fuoco. Colpiscono alla testa, per uccidere. E Fantozzi muore. «Alvaro Fantozzi tanto era buono - e lo sanno tutti i lavoratori suoi che lo amavano ed ai quali Egli ha donata la vita - che gli stessi avversari, la stessa stampa borghese, ha dovuto riconoscere la sua mitezza d'animo e di carattere, la sua onestà politica. Eppure ci sono stati esseri spregevoli che hanno voluto per sempre troncare la sua esistenza, ci sono stati dei "patriotti" che hanno pagato coloro che lo hanno vigliaccamente assassinato». (dal settimanale della Federazione Socialista di Pisa "La Fiamma")
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