Russia eterna. Le origini del conservatorismo post-sovietico. Nuova ediz. (La)
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29,28 €
Tasse incluse
L' attacco russo all'Ucraina non è semplicemente la "guerra di Putin". Non nasce, cioè, dalla decisione isolata di un autocrate, ma dalla cultura strategica di un impero, dalla forza ideologica di un pensiero e dalla psicologia collettiva di un popolo. La Russia è infatti diventata da tempo la patria del conservatorismo: dopo la caduta del muro di Berlino e l'insuccesso dell'esperienza liberale di El'cin, Mosca ha scelto di perseguire una sua originalità, distinta dall'Occidente, intraprendendo un percorso di sviluppo ispirato alla sua unicità storico-culturale e libero dalla necessità di imitare modelli esterni di modernizzazione. Il discorso politico di Vladimir Putin ha promosso i valori della "Russia eterna", raccontata come Stato-civiltà dotato di un'autonoma dimensione geopolitica. Questo libro, analizzando i concetti fondanti del nuovo conservatorismo russo e il pensiero degli intellettuali che lo hanno ispirato, ricostruisce la parabola attraverso cui la nuova ideologia è diventata cultura politica dominante, fornendo il contesto di idee in cui è maturata la decisione di invadere l'Ucraina. L'autore traccia anche gli scenari futuri che il conservatorismo russo potrà generare: se, superato il conflitto in Ucraina, l'Occidente vorrà ricostruire un rapporto prevedibile con la "Russia eterna", dovrà mostrarsi realista e pragmatico, puntando non ad appianare una divergenza di valori e interessi che continuerà ad esistere, ma a fissare i parametri minimi di una coesistenza pacifica che scongiurino gli scenari di conflitto con cui oggi ci confrontiamo.
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