Cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia del «Bollettino della Scuola di polizia scientif
Prezzo
42,70 €
Tasse incluse
Labanca N. (cur.), Di Giorgio M. (cur.)
Fuori collana
Libro in brossura
29 Ottobre 2020
Nuovo
L'antica immagine dello 'sbirro', del poliziotto votato alla persecuzione dei malviventi solo sulla base del suo 'fiuto' e della sua esperienza pratica e quotidiana di contrasto alla criminalità, nella seconda metà dell'Ottocento andò sempre più in crisi. Mentre tutta la società si modernizzava, come potevano i corpi di polizia restare estranei non solo alla democratizzazione dei sistemi politici ma anche al progresso, all'avanzamento delle scienze, allo sviluppo delle tecnologie? A cavallo fra Ottocento e Novecento questa potente corrente di trasformazione prese varie forme, in Europa e anche in Italia. Una di queste fu la creazione di laboratori, corpi, scuole di polizia scientifica, miranti a diffondere anche fra le forze dell'ordine i più moderni ritrovati della tecnologia, a fini di identificazione e persecuzione dei crimini. In Italia se ne fecero promotori, all'interno delle polizie, un pugno di funzionari e, nel mondo accademico, Salvatore Ottolenghi, allievo di Cesare Lombroso, e i suoi più diretti collaboratori. Fu così che, all'inizio del Novecento, nacque anche in Italia una Scuola di polizia scientifica e, dopo qualche anno, un suo "Bollettino" a stampa. Oltre che con l'attività pratica della Scuola, fu proprio tramite la lettura del "Bollettino" che tutta una serie di scienze e di tecniche furono divulgate all'interno della pubblica sicurezza del tempo. L'uso della dattiloscopia, della fotografia, del 'ritratto parlato del sopralluogo', delle 'cartelle biografiche', delle varie tipologie di schedatura e più in generale la formalizzazione dei sistemi di segnalamento, di ricerche e di identificazione furono sempre più diffusi proprio attraverso le pagine del "Bollettino" (1910-1939). Il volume fornisce la prima antologia di questo importante periodico, e fa seguito agli altri dedicati al "Manuale del funzionario di sicurezza pubblica" (1861-1912) e agli scritti di Salvatore Ottolenghi (1883-1934), in una collana dedicata allo studio storico dei saperi di polizia in Italia.
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