Margini del trascendentale. Questioni metafisiche nella fenomenologia di Husserl
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Nella fenomenologia si delineano questioni metafisiche che Husserl stesso ebbe a chiamare "problemi-limite" (Grenzprobleme), in apparenza irriducibili all'esperienza. In particolare, nella discussione contemporanea se ne stagliano alcuni (il mondo, il cervello, l'inconscio, il linguaggio, la storia e il tempo) che possono rappresentare la contestazione radicale di una filosofia trascendentale e dell'intero progetto fenomenologico, che traballerebbe attraverso il loro urto, perché l'esperienza, invece di essere costituente, sarebbe solo un epifenomeno, una parvenza. In queste pagine si tratta di farsi interrogare da tali sfide, restando all'interno dei testi husserliani, cercando in essi le risorse per rispondere osservando i sommovimenti che si producono nell'idea stessa di ragione quando la fenomenologia si dispone a lavorare ai margini estremi del trascendentale, nei luoghi che ne mettono in discussione le premesse - cioè che tutto si costituisca nella coscienza, che se qualcosa esiste debba manifestarsi in un'esperienza - e la pretesa di essere una "filosofia prima", capace di delimitare, fondare e padroneggiare il suo discorso.
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