Farsa di Ines Pereira. Testo portoghese a fronte. Ediz. critica
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19,03 €
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Infatuata delle maniere di corte, scontenta del suo stato, Inês Pereira, giovane di bassa condizione e molto fantasiosa, contro i consigli delle persone esperte sogna come marito un gentiluomo galante, un "discreto" che sappia parlare bene e suonare la chitarra. Crede di averlo trovato, ma il nobile sposo si rivela uno squattrinato e rapace scudiero, capace solo dì villanie e di maltrattamenti, "perché l'uomo assennato / tiene la moglie soggiogata". La rovinosa scelta è scandita in un processo di feroce e lenta degradazione, ma presto "il nodo è sciolto": lo scudiero è fortunosamente ucciso da un pastore arabo in una scaramuccia e Inês subito si risposa con un contadino alquanto balordo, ma ricchissimo e docile a ogni suo capriccio (e la prima fantasia di Inês è quella di recarsi a far visita a un suo antico spasimante...). La «Farsa di Inês Pereira» (1523), del grande commediografo portoghese G. Vicente, gustosamente trapunta di proverbi e di allusive canzoni, è anche un apologo sull'ingresso nell'età adulta; esemplifica il valore dell'esperienza e del pragmatismo e, con la beffarda detronizzazione del secondo marito, evoca una sorta di rivincita femminile all'interno di un immutato sistema di potere.
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