Quando i romani andavano in America. Scoperte geografiche e conoscenze scientifiche degli antichi navigatori
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I Romani visitarono l'America 1500 anni prima di Colombo. Le testimonianze storiche non lasciano alcun dubbio: Roma in età imperiale era in possesso delle conoscenze scientifiche, astronomiche, nautiche e geografiche necessarie per attraversare l'oceano Atlantico e giungere nel Nuovo Mondo. I testi latini parlano di nuove terre ad ovest mentre numerosi manufatti esposti nei musei italiani ed europei provano che tra le due sponde dell'Atlantico ci furono scambi. I Romani furono grandi navigatori: ad est commerciavano con l'India, la Cina, il Vietnam, l'Indonesia e le loro esplorazioni li condussero fino alle isole del Pacifico e oltre. A nord raggiunsero le Orcadi, l'Islanda, la Groenlandia e forse, lungo quella rotta, giunsero oltre. In Africa la presenza di Roma è testimoniata da numerosissimi reperti rinvenuti sia sulla costa Occidentale sia su quella Orientale. II resoconto di questi viaggi è negli scritti di Plinio, Tolomeo, Erodoto, Seneca, Diodoro Siculo, Plutarco, Tacito, Virgilio e molti altri autori latini e greci. I marinai romani avevano capacità tecniche e scientifiche tali da permettere di calcolare la latitudine e la longitudine ed avevano conoscenze geografiche di gran lunga superiori a quelle dei marinai del Medio-Evo. I Romani non furono né i primi né gli unici a giungere nel Nuovo Mondo prima di Cristoforo Colombo: la genetica, l'archeologia e la letteratura provano che Polinesiani, Indiani, Cinesi, Fenici, Cartaginesi e molti altri popoli antichi approdarono in America.
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